La proposta d’acquisto è uno dei documenti che bisogna necessariamente conoscere quando si compra o si vende casa. Devi stare attento a non confonderla con il compromesso immobiliare, che abbiamo già trattato in un’altra guida. La differenza è che il compromesso vincola sia chi compra che chi vende un immobile, mentre la proposta d’acquisto vincola (almeno inizialmente) solo l’acquirente. In questa guida voglio spiegarti bene questo strumento e come può esserti utile in una compravendita immobiliare.
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A cosa serve la proposta d’acquisto immobiliare
Questo documento serve per rendere ufficiale l’interesse di chi vuole comprare una casa. Solitamente si presenta come un modulo precompilato che ti viene fornito direttamente dall’agenzia immobiliare, ma se non ci sono agenzie coinvolte nella compravendita puoi chiedere l’ausilio di un notaio; potresti persino scaricare un modulo da internet, ma in questo caso stai attento e cerca una fonte davvero attendibile.
Ad ogni modo, in questo modulo ci sono 4 cose che non possono mancare:
- Una dichiarazione con cui l’acquirente si dice interessato a comprare l’immobile;
- La somma a cui è interessato ad acquistare la casa;
- Un periodo di validità della proposta, al termine della quale questa non è più valida. Solitamente sono 14 giorni, ma puoi liberamente modificare questo valore a tuo piacimento;
- Una somma che viene garantita come caparra. Questa somma sarà bloccata fino a che la proposta non sarà scaduta, accettata o rifiutata. Solitamente è un assegno circolare intestato direttamente al venditore dell’immobile.
Non c’è un valore definito della caparra, per cui acquirente e venditore possono accordarsi liberamente tra loro. Questo elemento è molto importante, perché serve come garanzia al venditore: se l’acquirente dovesse ripensare alla sua proposta d’acquisto, ritirandola prima del tempo, perderebbe tutta la somma indicata come caparra e questa verrebbe intascata come risarcimento dal venditore.
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La proposta viene rifiutata? Ecco cosa succede
Se la proposta d’acquisto dell’acquirente viene rifiutata dal venditore, l’acquirente può riprendere la somma che ha bloccato come caparra e non c’è alcun accordo che vincola le due parti. In ogni caso, l’interessato potrà fare un’altra offerta al venditore, magari alzando la somma offerta per garantirsi una migliore probabilità di riuscita.
La proposta viene accettata? Ecco cosa succede
In ogni proposta immobiliare c’è uno spazio apposito per l’accettazione; il venditore dell’immobile compila la sua parte del modulo, appone la sua firma ed è fatta: ora la proposta impegna ufficialmente entrambe le parti. Da questo momento, il proprietario dell’immobile può incassare la sua caparra e mettersi d’accordo con l’acquirente per stabilire data e luogo in cui verrà firmato l’atto di vendita vero e proprio.
Attenzione, però, prima di firmare. Una proposta ben fatta non è soltanto un generico impegno a presentarci insieme dal notaio, in una giornata di sole, per concludere l’affare e brindare con un calice di vino. Solitamente questo documento ingloba delle clausole che riguardano i tempi e le modalità di pagamento dell’immobile, la sua conformità urbanistica e via dicendo.
In virtù di questo, se il venditore sei tu dovresti premurarti di analizzare nel dettaglio la proposta prima di firmarla. Se vuoi puoi portarla da un avvocato o da un notaio per farti assistere; loro potranno aiutarti a comprenderla del tutto e ad identificare eventuali condizioni che non ti stanno bene.
Un esempio tipico è quello di chi si impegna a comprare un immobile ma ha bisogno che la banca gli rilasci un mutuo per farlo; in questo caso è possibile vincolare la validità dell’accordo, subordinandola al buon esito della richiesta del finanziamento. Sono aspetti sottili, che è meglio trattare con un professionista per essere sicuri di non fare scelte azzardate.
Scopri anche la differenza tra preliminare immobiliare (o compromesso immobiliare) e proposta immobiliare in questo video ti spiego tutto in meno di due minuti guardalo e fammi sapere che ne pensi e se non sono stato chiari scrivi nei commenti ti rispondo personalmente .
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A presto con una nuova guida,
Francesco
Salve, approfittando della competenza e vi ringrazio, potrebbe dirmi se un proposta di acquisto (con anticipo di un minimo di caparra per la proprietaria e la provvigione dell’agenzia) è valida anche se non è indicato il termine?solo indicato che gli assegni vengono incassati a mutuo passato.
Tra l’altro L’immobile è risultato difforme e l’agenzia non vuole tornare indietro l’assegno nonosta citazione legale.
Cosa ne pensate? Grazie in anticipo.
Il termine non indicato cosa riguarda?
Tuttavia se l’immobile risulta non conforme entro i termini stabiliti lei può recedere. Se nel contratto non vi erano clausole diverse il pagamento della provvigione è comunque dovuto ( se vi è stata buona fede dell’agente) per legge.
Può comunque chiedere i danni alla venditrice.
Buongiorno sono Angela e sto vendendo casa di mio padre ho firmato la riposta d’acquisto ma avrei dovuto avere il assegno come caparra confirmatoria da parte dell’acquirente entro giugno, poi altro assegno di 5000 entro e nn oltre il 30luglio. Somme he a me nn sono mai pervenute da parte dell’agenzia! Per motivi di catasto che nn sono stato conteggiati nel prezzo vendita della casa, ho deciso di recedere dalla proposta d’acquisto , anche se l’ho firmata, ma nn ho mai intascato un euro da parte dell’acquirente! Ora nel recedere, l’immobiliare mi chiede la penale di 5000 € da versare all’acquirente a voce di penale perché mi sono tirata indietro! E giusto che io pur nn avendo mai intascato nemmeno un euro dall’accettazione della proposta io debba pagare la penale? Nn hanno rispettato nemmeno i tempi la data! …grazie aspetto risposta
Purtroppo si…, ed è una cosa che molte persone confondono l’accordo è una cosa le caparre sono altra cosa ma è la sottoscrizione della accordo che concede i diritti anche ai risarcimenti, le caparre stanno solo lì a garantire in maniera più efficiente e pratica quei diritti.
Tuttavia il comportamento dell’agenzia sembra abbastanza anomalo infatti a meno che non fosse indicato ed evidenziato nel contratto ed indipendentemente da eventuali problematiche urbanistiche catastali le caparre lei le doveva ricevere.
Non sarebbe cambiato nulla perché se si fosse ritratta dall’accordo avrebbe avuto l’onere di dare indietro la caparra che le era stata consegnata più un altra uguale.
Tuttavia il punto è perché non siete andati avanti in quel determinato contratto. Quali erano le motivazioni per le quali non riuscivate a concluderlo.
sono petro ho un piccolo problema 2 anni or sono ho ccettato una proposta d’aquisto firmandola ma la firma d’aquirente non e la sua ma bensi di un delegato senza delega la proposta e valida vi ringrazio in anticip attendo una vostra risposta
No la proposta non è valida. Attenzione però al comportamento mantenuto nei due anni con l’acquirente.
Mi spiego meglio, se la proposta la firmo io che non ho delega dall’acquirente la firma non fa di per sé scattare nessun accordo e nessun obbligo da entrambe le parti
Tuttavia va contestata al momento della avvenuta conoscenza del fatto, e comunque in tempi brevi, fermo restando che la proposta non è valida il giudice in caso di contenzioso, guarderà il comportamento tenuto dalle parti e se vede che vi era intenzione di vendere potrebbe far valere almeno la responsabilità precontrattuale di una o di entrambe.
Può risolvere la situazione, ma è una cosa delicata che deve gestire a mio avviso con l’ausilio di un legale.
Nb: se c’è di mezzo una agenzia, loro sono responsabili della veridicità della firma e se ne erano al corrente non hanno fatto i suoi interessi e l’hanno tutelata male.
Nel caso può esercitare una azione di responsabilità verso gli stessi.